BERLINO,CAPITALE DEGLI STATI UNITI D’EUROPA
“Berlino è la capitale degli stati uniti d’europa”
(Hervart,su Die Sturm,1924)
16agosto,Prenzlauer Berg
Berlino, è una città considerevole. La modernità ha preso piede
senza spazzar via edifici anche dignitosi, comuni a buona parte
della Germania, non ha sommerso tutto come da poche infor=
mazioni, si era voluto supporre. In un certo senso possiamo dire
di non averne mai avuto paura, ne’ preteso fastidio.
Siam andati quasi li’ apposta, ci siam solo accorti che non era
tutto cosi’.
C’è una differenza considerevole tra Postdamer Platz e
Prenzlauer Berg. Ma non siamo spaventati dalle architetture
High-tech, perche’ dovremmo?
Siam quasi andati li' apposta(ritornello)
Ma,a tutt’oggi(nous sommes ici)menzioneremo piu’ che mai
Prenzlauer Berg, in particolare sfiorando le zone
intorno ad Augustrasse, e ancora buona parte del Mitte,siam stati
sorpresi dall’estrema cura di ogni dettaglio, dalla sconfinata
attenzione al design(parchi, cabine telefoniche ,cassonetti, locali,
negozi, cappelli e scarpe dei giovani a spasso,etc. ).
Chiamatelo come volete ,ma l’accanimento sul particolare, e ,più
chiaramente, sull’oggetto pubblico,induce a un sobbalzo
continuo, se si viene da Roma.
Dove tutto è carnale, sudicio ,antico,ma senza alcun impegno
estetico; e parlo di un impegno, come evidente in Germania,
concernente la contemporaneita’-architettura, arredo urbano.
Un parco di Prenzlauer Berg ha sculture, astratte o figurative,
piccole case dipinte da street artists adibite a servizi, pubblici o
o no,del parco.
I centri sociali,colossali mura pitturate in toto da artisti di strada,
spolverano ben altra audacia se confrontati con i pretesi cugini di
S.Lorenzo, Pigneto,e poc’altro.(a Roma decidono solo i Writers,
ma la presenza sul territorio del colore volatilizza i confronti)
A Tacheles, in Oranienburgestrasse , tutto è colore e metallo
ardente.
Ristoranti e locali hanno illuminazione, esterna o interna, posizione
rispetto alla strada,sempre a un certo livello estetico,a forma
di nuova proposta,appunto.
Prenzlauer berg è il Pigneto Berlinese, ma potenziato all’eccesso,
è il centro reso più centrale del centro, come lo possiamo vedere
a Roma,a Firenze ,perché più propriamente tale nel senso di
occasioni umane(volti, personaggi, votati ad artisticità alternati=
va,undeground, cultura internazionale ed avanguardistica in
senso ampio), dove i “centri storici” , solo storici appunto, sono
culturalmente periferie di se stessi, e solo questo tipo di
CENTRO è centro, come il Pigneto è più centro di Campo dei
Fiori, dove galleggiano soprattutto zingare borghesi, elite
culturale livellata,caratteri improntati allo star-system e coatti al
limite dello stato delinquenziale.
Senza dilungarci-comunque, l’Unter der Linden ,il quartiere
Prenzlauer, sono centri storici comprendenti anche alternativi
arricchiti,freakkettoni imprenditori, quello che vuoi, ma nulla a
che vedere con la volgarita’ del centro storico romano , e con la
tiepidità culturale degli stessi in questo sito.
Comunque non ho granche’ timore a tornare nella mia città,
quell’humus quasi stercorario, a braccetto col bello cinque-
settecentesco, come defini’ lo stesso Pasolini, degrado e sublime,
quel clima che d’estate ti schianta e d’inverno ti coccola,
mi sono ancora relativamente familiari, per quanto non so,
e non è difficile trovare MONNEZZA pregiata per le arti.
“Io non mi sento italiano,ma per fortuna o purtroppo lo sono”
(Gaber).Resto , per ora, residente. Ma Spree-Utopist.
19 agosto,hostel DDR,Wriezener Kare’
La parola d’ordine è INDUSTRIAL.
19 agosto, Rosenthaler Platz ,Invalidenstrasse
L’investigazione ha condotto l’estasi. (cercavo una
Fahrradenstation ,bici in affitto….)Un’estasi stratificata,
mediata da un gusto, come detto sopra, sopraffino, il gusto per la
capitale europea, forse mondiale, del gusto(retro-sotto-
ipergusto?)
Locali, esperienza avanzata tra Invalidenstrasse e Chaussen=
strasse, Marcanns, assi quali tavoli innestati davanti al vetro
sulla strada, pareti verde pastello lontananza, color dei legni
blu klein o di li’, relativa mostra interna. L’intero crocevia
parla.
“Bella Lula, veritable citronnade”, cruciale incontro con il cibo
Berliner. Sorta di limonate, coca cola limonate(spezi?) bizzarre di
cui mai ho osato supporre l’esistenza.
Se è vero che l’orgasmo può farsi palazzo,da Marcanns
(genio del crocevia)si ha l’orgasmo della forma-bar.
Non vorrei proporle come banalita’,ma è un’evidenza,anche
le offerte gastronomiche sono superiori alla media, straripa il cibo
etnico, in quantita di punti e varieta’ di piatti , nazioni a scelta, mai
paragonabili ai timidi accenni della penisola.Impazzo per
questi banchetti-bistrot minimi a cielo aperto, fotogrammi
smembrati e ridotti a tracce del Cielo sopra Berlino(il” tenente
Colombo”parlava con l’angelo in queste sedi).
La bici è sovrana, volevamo farci Berlinesi in questo frangente,
(lo siamo a Roma,dove le due automobili a persona garantiscono
spruzzi di merda e teoria del ridicolo su chiunque pedali-giusto
sbattersi e URLARE diversita’ in patria ,a Berlino non sarai mai
l’idiota.
Ferro e vetro, acciaio e vetro-stazioni, sony center,ma anche
Edifici industriali meno riconosciuti, e risonanti-a spasso colori
delle abitazioni, blu con giallo ,rosso, verde, Bauhaus lascia un’
orma in alcune case del Mitte, puoi tracciare un diagramma identi
tario con le conquiste architettoniche del secolo ,anche antico(più
che altro musei), la via intermedia tra tecnologico e antico è
INDUSTRIAL, da zona industriale ontologic-rock,parallelo ed
evocazione di quel genere musicale di cui ho preso in prestito
l’etichetta , sorella spirituale dell’brano”From Her to Eternity”
di Nick Cave, che non a caso ha a che fare con Berlino, col film di
Wenders.Il ferro arrugginito dei camerieri
omini filiformi grotteschi e dei quadrupedi groppa-tavola da stiro
nel centro sociale Tacheles in Oranienburgerstrasse,è l'emblema di
almeno una parte della citta'.
Parchi, umili, vasti, collinari o con derive fluviali struggenti-
sembra un ancoraggio al classico ,al viaggiatore naturistico, ma
non lo è-degni dei loro poeti migliori,
Rilke, Holderlin, non so se sian mai passati di qui, degni dei
Montsouris parigini ,e dei più evocativi della capitale francese.
Ben popolati -e degni dei loro Dei,
che ora s’aggroppano in una dignita’ eversiva,suburbana.
Dell’arredo urbano ho gia ‘ accennato, non dimentichiamo l’U-
Bahn,ho planato dritto dentro i colori metro(giallo oro,arancio,
turchino,mattonelle lucenti simil ceramica che mai
importuneranno)gia’ a Vienna nell’U-Bahn c’erano i colori,
ma non un’ombra di questo stile, di questa “open mind”
internazionale ,da grande metropoli, capitale dell’arte ,aperta a
tutto, AUMENTATA quanto a eccellenza architettonica dal
cimento dei migliori designers urbani, recenti(con occhio
underground) e di poco in la’ del tempo(post bellici), dagli artisti
di strada.
Colore,un Re:un sindaco, un’amministrazione,che pare abbia
preso lezioni dagli artisti underground, ha dato carta bianca per
riarredare, certo, non è trascurabile ci fosse molto di più da
rivestire, a Roma l’antico è intoccabile e va bene, ma in periferia
si potrebbe fare molto di più,gia’ sarebbero indicati poteri
ai Writers.
Non voglio infierire sul mediterraneo, li’ c’è la natura si dice, ma
ma anche qui. La luce, gli odori ,il dio caldo, ma si badi,è una
totalita’ sensoria solo nel senso dell’antico, c’ è solo una cultura
dell’antico. Natura come Natura-architettura, natura come
“sistema”dell’antico. Prevale il moderno, Qui. Si persegue l’
intreccio tra i tre(industrial, high tech/ contemporaneo, antico)-
per quanto si puo’ dire sulla seduzione dei primi due,il neo
classico,il barocco berlinese non reggono il confronto con il
nostro antico…
Ma chi ci sputa sopra, al mediterraneo, è una natura TURGIDA,
quella del centro sud italiano,che in estate(quando non penzolano
sulla testa i ragni di un’afa insopportabile)rassicura, scalda, volge
al desiderio….
Qui il desiderio quasi te lo dimentichi…
Nulla di definitivo, come d i un istante e lasso temporale circoscritto
Del mio esser qui ,d’altronde…
Devi affinarti, per seguire Berlino, leggerla a dovere, un salto di
sensibilita'-in italia si è abituati alla semplice saperne da medioevo a
Ottocento, e con tutta quella bell’aria si ha l’illusione di non
dover conoscere tutto il resto. Berlino è non una citta’ d’arte, è
una CITTA-ARTE.
L’ambivalenza mi sia permessa, ma se l’italiano medio non sa di
arte contemporanea o non può capire Berlino, ci son più motivi.
Uno è che al liceo classico la storia dell’arte, come ogni altra
materia umanistica,si ferma a fine ottocento..Le istituzioni
scoraggiano in questo e in molti altri sensi:anche se stupido di
per sé, l’italiano medio non è incoraggiato. Per l’autore e per
i giovani artisti berlinesi le avanguardie storiche sono gia’
antichissime , l’italiano medio a malapena le balbetta…
Meglio evitare pronunciamenti sulla politica.
Comunque basta-ho gia lasciato intuire,al mediterraneo
i suoi modici pregi,ma esaustivi;son aree spazio-culturali ben
distinte,da pesi e bilance… L’ambivalenza sia scusata
come forma di analisi e desiderio al contempo…Nelle geografie
della speranza,anche l'incertezza è teoretica.
FACCE.(scritte sull’acqua, e su un fiotto d’acqua d’attimo,
ovvero un breve soggiorno e un ghermire espressioni a spasso,
nel MItte.)
I giovani “belli”, sono più “belli” di quelli italiani.
E’ il concetto di Bello espressivo, magari manca loro un cipiglio
una smorfia, un’impronta parossistica, drammatica , della
fisionomia,gesticolazione,che rende PIU’BELLI.Non verita’
eterne, e anche un tantino ovvio, ma E’ QUEL CHE
VEDO.Tenete a mente questo procedimento. Vero è che,
un meccanismo erotico rivelatorio, molte donne tedesche amano
gli uomini italiani per il motivo opposto per cui gli stessi cercano
loro.
In italia, ci sono molti piu’ mattacchioni evidenti, comici,
maleducati, in un climax teatrale.I tedeschi sono generalmente
più sobri, ma le loro menti più ardite, i loro gesti più fini.
Il maschio “c’ho il cazzo grosso”e’ difficile trovarlo. (non stiamo
parlando di qualche sparuto gruppo metal, ovviamente)Nei casi d
anarchici e anarcoidi, in ambedue i casi frequenti soprattutto da
noi,unaTrasgressione più urlata, più sfrontata esteriormente,ma a
anche vessata dalla volgarita’ o dalla ragione del gagliardo.Negli
stessi ambienti , più serii, e sembrano più gentili. Pare.C’è l’
impero dei cazzi propri. Non che abbia granchè da
controbattervi, a Roma anch’io sto sulle mie- il calore umano è
ben filtrato e dosato per eventi superiori,non trovi certo le signore
che per strada si preoccupano se ti è caduta una cosa, le stesse che
non sopporteresti altresi’ a parlarci, per più di un attimo.
Sintesi, meno parole,meno provincialita’, e un po’ più difficile
fare amicizia in effetti.
2o Agosto, Rosa Luxembourgstrasse
1)tavoli di legno con “vento all’interno”. eterno bistrot turco,
costituzione arancio.
2)scandalosa perfezione modernista di scivoli,passaggi
e ponticelli,trazioni ludiche, nel parco giochi dove i bimbi
vengono FORMATI all'oggetto
3.IL teatro di Oklahoma di Kafka. ”Partite tutti per Clayton"
il luogo dove gli artisti maltrattati a Roma trovano finalmente
posto,dove la diversita' non è marchio....
Da vedere,comunque qui sembra più facile vivere....
E la "contraddizione."?
ROM IST ANDERS?
NECCI
(diario dell'intento)
La verita' è anche PROFANAZIONE.
L'aspetto delle vie in musica COSTRINGE l'evento-cosa a un'intento
piu' simile a un'impresa che al normal passeggio per il corso.
Il rispetto per il proprio andare è societa-in-luce,tutto il bar,tutte
le lampade,tutto il tuo autodispiegarti in note rock PRIVATO orecchio,
tutte le donnine-vento che colgono il tuo esser raccolto ma in febbre,
tutti i colori berlinesi del locale italiano.
Spazzano via le ore che non si volevano piu' ripetere a memoria,
apprestano,al foglio,al testo.
Difficile dire,perche' non siamo quasi DA NESSUNA PARTE,in un
IO-spazio privato,ma il fuori non è affatto ostile,per una volta
di molte volte,qui al Pigneto.
foto Berlino:M.E,K.G.