sabato 13 dicembre 2008

IL SOLITO SCANDALO,follia e normalita',parte I/primo capitolo Apologia dell'opposto

da IL SOLITO SCANDALO,da Apologia dell'opposto,v.introduz.

EUTILIO EUTERPO:"Credo scontato,che i due poli follia-normalita',possano essere connotati come una distinzione fittizia,almeno perchè ben spesso ad opera della massa-vi sono correnti che filtrano tra un concetto e l'altro?"
AN/GELIERI.:"Correnti marine,con pesci,anche.Voglio dire,probabilmente non esistono ne' la follia ne' la normalità,ma i piu' vanno ubriachi per queste definizioni.Vi sono piu' fasi o segmenti di normalita',ognuno ha la sua,e' il primo punto.Micronormalita'-cio' che è normale per la strappona dei centri sociali non è normale per la gallina altoborghese,per il nero che vende per strada.Ma è vero,tutti concordano quando si deve tacciare qualcuno di "matto" perchè esce dal recinto,magari si muove in modo un po' piu' creativo,piu' generoso,o semplicemene costruisce passaggi di cui nessuno conosce l'accesso."Matto" puo' avere una valenza stratificata,se sei chiuso negli androni del CIM ce l'hai stampato in faccia,come fossi gia' morto al mondo.
Se sei una rockstar o un'anima che gestisce il pane e le rose,sei uno "che fa il matto",che si diverte a farlo,un "mattacchione" un esecrabile esegeta per alcuni,una persona "aperta "per altri.Nell'infingimento,nel gioco di Amleto c'è gia' tutto il tipo dell'artista,che "ci fa" ma non "ci é".O meglio non del tutto,pure non si dovrebbero proprio mettere in scena questi spartiacque. Ma siccome i concetti di "follia e normalita" dominano tutte le classi sociali,sono propugnati
dagli psichiatri come etica di stato,adattata a modello solo dai piu' ottusi,che ahime',piu' purtroppo contano,basta uscire per un istante dal grigiore cartilagine per essere marchiati con una frase infelice,"MA QUELLO E' MATTO"
magari solo perchè ha foggiato un'espressione,ha creato un'oggetto che non
ha posto sugli schermi della televisione,nè allatta lo stereotipo -giusto -vivere di tutta l'umanita' che c'è intorno.Cosa ti comprova?Che comunque non sei "diverso" in assoluto,che sei ancora un essere umano.C' è chi parla di "differenza assoluta"
ma io conosco anzitutto differenze relative.Fino a prova contraria ho ancora un contratto con la materia. Sia pur a modo mio.
Tra l'essere -per -se',e l'essere -in- se',un essere -per -me.Io sono "normale-per-me",sono "estroso"per me,mi muovo dentro(nella societa')indosso vari panni,ma la mia INTERPRETAZIONE è diversa da quella dei "normali"per forza,quelli non "normali",ma "che vogliono
essere normali".
Io non sono eternamente proiettato in cosmi metafisici(che non sarebbe nemmeno un malanno),sono abbastanza centrato nel pragma,ma ho finestre spalancate su cio' che l'universo"normale "per forza ,quello della "salute mortale"adorniana,per intenderci,schematico e piatto in questi termini,non potra' mai annettere,o annettendo considerera' prole abortita.Questo volerti,volerlo fuori,creare il fuori,è il concetto di omologazione.Coralita' è la societa' per tutti e per nessuno.Dove chi non è totalmente differente,si muove come puo' ,come gli capita,strabordando anche,con un occhio ai confini,finche ne vale la pena.Si parla tanto di trasgressione-ma la trasgressione è uno sputo per terra,senza che chi cammina davanti lo veda,diretto all'omologazione.Una beffa piu' o meno esplicita.La risata trasgressiva non vuole però nuove palingenesi,vuole soltanto unioni effimere o contaminazioni con un sociale abiurato.
La postura"hic sunt leones" è parziale,non puo' avere sempre la
stessa validita' in ogni ora del giorno,il tempo trebbia,stanchezza,fretta,il dover sopportare umanita' asfittica,ma ci siamo.
Una delle forme della "differenza"non assoluta è la cultura.Non sei diventato pazzo grazie alla cultura,perchè ti sei affermato /o meno come artista,sarebbe facile dire.Grazie alla cultura invece poni un'identita',tuoi gusti,tuoi codici,principi di selezione per le persone,criteri di stile.E ti differenzi,ma anche nell'accortezza di un segreto,che rivelerai quando non c'è piu' nulla di eminente da nascondere,correndo il rischio e non correndolo.
Una virtu' omologata implica che ogni gesto,ogni gusto,trovi il suo sollievo di riconoscimento nel numero massa.Nel condannare azioni coraggiose son tutti concordi,anche se abbiamo parlato di differenze.Di qui la difesa ad oltranza di chi trasgredisce,il suo mutismo e il suo scatto d'ira improvviso. "
E.E.:"Ma cosa si trasgredisce?"
A.:"Nulla.Si è.Poi se un idiota ci giudica pazzi,si è creato il topos.
Fuori dal topos,noi continuiamo dritti per la nostra strada,col nostro progetto culturale.Il "per me"di tutto è"Non lui,ma la sua maschera nel mondo"(Rilke).Maschere,meglio,acustiche,di scrittura.Se poi bisogna averci a che fare,perche non è detto,almeno con Quelli.Oramai,la distinzione è un fatto culturale.Lasciamo da parte quelli che stanno male,quelli che per definizione stanno male(centri di igiene mentale,comunita' terapeutiche),DEMANIO DELLE ASL-qui si parla veramente di MARCHIO A FUOCO da parte della societa' e di chi vorrebbe inoculare(i terapeuti) in loro
quel bel concetto di normale,che riceveranno sempre come un corpo estraneo,una rientranza annerita,il senso di colpa,finche' sapranno indossarlo,vestito di cenere,senza poter comprendere del tutto che sono penetrati in un ENORME ATRIO VUOTO.Tanto la societa' ha sputato sulle loro carcasse inermi che "ci sono arrivati"(i piu' non ci arrivano,ma questo è un altro discorso).Se avessero realizzato la propria unicita',forse non sarei qui ad additare.Per costoro la distinzione non è un fatto culturale,perche' non hanno trovato la propria cultura,la cultura del "per me",l'altrimenti.Brancolano tra i miti d'oggi e la cultura del branco(dal grande fratello alle hit parade cuore amore,melassa varecchina e tunz-tunz)questo perchè la "cultura"(e parlo di qualcosa di davvero estremo,non di aver un giorno visitato una mostra di Magritte)è qualcosa di"forte",di buono solo per cuori coraggiosi,per stomaci buoni.Purtroppo.Ma era un'altra questione. "
E.E.:ne hai accennato,immagino volessi dire di piu sui summenzionati mattacchioni-non-matti,come concetto... "
C.A.:E' la vecchia storia del terzo polo.Normalita',follia,terzo polo.Ma chi educa al terzo polo?Il mattacchione, se vogliamo usar cosi',si autogenera.O prende pezzi e li ricompone,per cosi dire..Se Dio è:cosi' devo essere-o La Morale è"devo essere normale"nella forma mattacchione l'originale normale bada ai casi propri.Fa autogestione.Controlla e dispendia,elimina,distrugge...Non c'è un Guru che possa spiegare al mattacchione cosa si debba fare per pervenire al per -me.Non c'è prete,non c'è spiegazione.Non "Dio" ma "Io".Gia' enunciate,"l'originale normale"" il "mattacchione (originario?)l'"eccentrico" come volete voi, "sono acategoriali.Integrati e spostati è la categoria pulita,perfetta per i piu'.Menti semplici che capiscono solo questo schema"ma fatti ricooverare"se non è detto con ironia benigna da un amico simile,è il movimento-stereotipo dell'inossidabile coatto,proletario o borghese che vuole eliminare ogni dissenso,vita spontanea,estro-ogni GENEROSITA'. "
E.E:"Ovviamente,non solo gli intellettuali fuori dal coro sono lontani dal tetro comfort della salute mortale"?
A.:Certo.Si puo' lavorare,e possedere spirito critico,sensibilita' per il fuori....
Cultura è anche cultura umana."Osare col pensiero" è una categoria importante dell'acategorialita'.Non solo idee per artisti. "
inverno-primavera2oo7
CONTINUA

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