E.E:"immagino tu sappia evidenziare altre categorie del terzo polo,parlando del mattacchione vien da chiedere anche di sue sortite.... e in merito all'umorismo? "
A.:"Politicamente scorretto e umorismo sono due categorie possibili dell'acategorialita',anche se vanno usate in un altro modo.Chi per esempio prorompa in esclamazioni rabbiose alla fermata dell'autobus non è immediatamente etichettato come folle(forse visto come stressato),ma viola il predisposto bon-ton e la compostezza delle personcine piu' a modo.La virtu' dell'iracondo,di colui che s'incazza per quel che non è a posto,o ha fame
di grottesco alla vista di un'umanita' sciatta,che usa i nervi per fuga traslazione o risposta,che litiga con i propri amici ,con le proprie donne,che bestemmia da solo ad alta voce è "politicamente scorretta".Vi è una cultura specifica dei nervi a questo proposito,e non la troviamo solo negli artisti,e non è solo un aspetto dell'anima meridionale,cosi incline allo sfogo e all'esclamativo.
Perchè l'aggressivita',se sana,e ben rediretta,è comunque una formula di resistenza,non solo una valvola di sfogo.Puo' essere una soluzione dell'artista intemperante come dell'uomo comune "di rango" che sa come comportarsi in un luogo e sbocciare o eruttare in altro.Lo dico solo a questo proposito,esiste una virtu' dell'ira....La chiamano da anti-eroe,ma per come la vogliamo,ben lontana da quel modello assai fragile di eroe delle filosofie orientali o della psicologia statunitense,prime promotrici di controllo sociale,che ci vorrebbe"tutti calmi"(estrema salute di un mondo senza piu' forma,gesto e passione).L'ira vuole anche un'esteriorizzazione,ma non gliela da piu' l'Urschrei(grido primordiale)espressionista-trova forma e forza nell heavy metal.Cosa puo' essere piu' distante da un contegno sempre forzatamente controllato dell'inorgoglirsi tra le quattro mura con questi ritmi scatenati,per tutti portavoci di perdizione,forme sovrane di una passione che l'estetica delle signorine alla moda e delle vecchie signore non avallera' mai?Non il Dolore originario degli espressionisti,ma l'impazienza di chi corre verso un nuovo piacere,da una fatica a un movimento di liberazione,che possiamo chiamare.... "
E.E.:se posso inserirmi..."la virtu' non omologata",è chiaro dagli accenni,che non è solo patrocinio di artisti non-incatenati,annette a sè chi s'incazza,chi dissente,e chi..... "
A.:"CHI CANTA IN SE' RACCHIUSO",tanto per citare me stesso,ma vorrei dirlo in un altro modo.Ci si puo' ubriacare di se stessi,non di vino,ma di rabbia,di esattezza e anche di umorismo,perche' no:chi vive la sua giovinezza interiore nelle forme piu' marrane ma anche solenni,e' servo monello di un'euforia,che,come acategoriale,non è classificabile tra le virtu' negative(F-O-L-L-I-A)cosi' care alla psichiatria,alla giurisprudenza e alla piccola borghesia,che segretamente riassume la prima,e si rifa' alla seconda.Euforia non di chissa' quale metafisica(che puo' anche essere è chiaro,l'ho gia detto)ma uno scacco a tutto ciò che vuol scaraventarci verso il fondo.(per intenderci,parlo del quotidiano vero,quello creativo...non era cosi scontato,perchè intrecciato con quello sussistenziale).Quindi anche Umorismo,a piu' livelli,medio,o alto-basso per parodia-come superamento del linguaggio.Anche il surreale"cazzaro"in cui si legga l'audacia del briccone divino,puo' spiazzare un contesto,migliorarlo.,la dove si aspetta anche scalpitando,l'ambito giusto per l'umorismo sublime,che bastona o manda in sollucchero,vita rara,che è naturalmente al servizio della cultura.Non veder l'ora di imbastire un soprannome trascendentale o solo da operetta per l'amico-bersaglio...quante ce ne sarebbero...ma chi vezzeggia la propria "particolarita'" ridendosela sulle proprie disinvolture scherzando tipo"siamo dei pazzi"è gia' un passo avanti rispetto a chi dalla statua equestre della propria perfezione guarda in cagnesco questi"poveri scoppiati".Dai bulli,ai veri uomini,cowboy tutti d'un pezzo,ai "macho" delle destre,a quelli della"vita grama,ma forti" ,quelli che "solo il distintivo e il lavoro", possano finire sbaragliati da questa clamorosa risata che li seppellira'.Il motto anarchico non corrispoinde alle nostre intenzioni,non politiche,ma non ci da' fastidio.D'altronde virtu' non omologata è anche sinonimo di "individualismo anarchico".Gioco,ira ed euforia sono le forze non politiche,ma se volete dargli un valore politico dateglielo pure,dell'uomo giovane a qualunque eta',lo svergognato dello spirito,o anche solo dei piu' beati sensi-forze da etichettare,catalogare,apprestare all'appiattimento,roba da malati....Vita che crea,ma anche distrugge..-o semplicemente si scioglie in risa sommesse di fronte al disilluso da sempre,all'uomo di sempre,quello che è scortato ogni giorno dai suoi manuali per appiattire il mondo.Che continuera' a vincere...Fossimo un po' di piu' a perpetuare il misfatto,a espugnare il castello...si fa per dire.
E.E.:"vedo che ti scaldi.non male. "
A.:va be' mi son fatto un po' prendere la mano.Salgo,scendo-non diffido degli umori."
E.E:"Un procedere sbalzando di sella,saltando giu' a bruciare i resti....Ma tu,se è lecito,come definiresti quest'andatura? "
A..dipende dall'argomento,da cosa svetta alla finestra e pei fianchi. Una for mula?"plastica degli umori" rizoma è un po' impegnativo,anche se è un rizoma....-Do'altre definizioni?Sto facendo della "sociologia del desiderio"nel senso che è riferita ad un "Uno" che desidera,ma anche a cio' che desiderano gli altri,in rapporto a cio' che l'uno non desidera.Ma qui svelo le carte.....A)L'essere che esclude puo' essere definito come colui che prende parte a se stesso,è parte in causa o altrimenti si fa da parte-ovvio-le emozioni,se non sei tu a foraggiarle dei tuoi si,son gia migrate in cieli lontani con tutti gli uccelli.B)Non che per questo non esista un controllo spontaneo che è una specie di strumento di sussistenza.C)Emozione:"veleggiare"/.controllo non repressivo,andante con moto...D)Emozione non è "sei troppo sensibile"perche' se siamo paraurti non siamo parabole anestetizzanti..E)Estasi perpetua è una parola grossa.sicuramente non è una dimora dove potersi recare per appuntamento.etc.
L'identita' è quel che Uno possiede come Molto,e cio' che non possiede come cio' che non vuole possedere.Ma tutta l'arte contemporanea accentua il valore dell'identita' accanto a quello della diversita'.Nel nostro caso coincidono e vanno a braccetto,ma non tutti gli artisti si presentano secondo questa formula.
Composti chimici di ordine e disordine,di armonia e dissonanza,che ciascuno suppone a suo modo,eppure come per la normalita',in senso opposto,per l'artisticita' si possono individuare dei livelli di evidenza.Poi ci sono quelli che "non la prendono molto sul serio"ma non tratteremo a lungo di costoro.I nessi tra comportamento e forma non saranno qui perlustrati,almeno finchè persiste questo tema e ci sono questo tipo di domande.Visto in questa prospettiva,l'artista è colui che rischia,certo senza mettere in conto la morte,senza dover ricorrere alle trasgressioni classiche,droga ,alcol,macchine veloci,teppismo.La differenza,che riconosciamo,in questa direzione,è anche una differenza introvertiva,almeno rispetto alle manifestazioni piu' clamorose.La pretesa follia dell'artista è una forma di malattia ghiandolare che attanaglia gran parte della societa' comune.L'artista puo' anche indossare,poco sbuffando,questo apriorismo popolare,purche' lo lascino in pace,anzi,è pure giusto che abbia un territorio,come definito dall'urina.Ci sono poi quelli che non vedono l'ora di dargli addosso,perchè ritenuto un povero scellerato.Vale per l'artista come per il capellone,il darkettone,il punk..Kaspar hauser col suo boia.Ma io sto parlando di un tipo d'uomo,ci sono poi "artisti in cravatta",talmente professionalii da divertirsi-se poi-solo quando compitano le loro note,o adoperano i tubetti di colore.Poi "Cultura" per come la intendo io è anche un Eroismo alla rovescia.L'Eroe,anche a livello plastico,è colui che,adirato e malinconico,guarda l'oscurita' alla finestra ascoltando una musica altrettanto epica di sè e lacerante,
che sottolinea il suo stato d'animo,"dopo che piu' soli gli sono gia ' tramontati"(Nietzsche,zarathustra )".
E.E:"C'è una forma di romanticismo in quest'immagine...."
A.:"Lo chiami romantico questo?Io ci vedo:amicizia tra pensiero e sentimento,ovvero carne e stile,immedesimazione da paesaggio urbano,cultura GIOVANILE!!!! da UN ALTURA."
E.E:Per tornare al tema di una normalita' ipostatizzata,e ai poli in genere,l'eccentricita' della via di mezzo e' anche "precaria",hai detto?"
A:"E' l'etica di "mezzo",se vuoi che lo dica,ha a che fare con un sentimento da combattente e da scalognato,ma nuota anche in acque limpide di ozi cristallini,è un' etica decentrata,periferica,non da semidei,o da semidei per caso.Da "umani"(se possibile) forniti di lucidita' e praticita' non soltanto,ma SENZA LA RETORICA DELLA NORMALITA'. Certa psichiatria va a caccia di definizioni ed etichette per appiattire l'intera marmaglia a un tipo unico.Al di la' di questo "muro" costruito dal tipo unico,esistono i praticelli degli spostati(come chiamati dalla cultura dominante),quelli che in "the Wall" dei PINk Floyd significano l'unica speranza.Ma prendiamo un termine,che oggi è diventato un'etichetta per suggerire un comportamento parzialmente deviato,come il NARCISISTA.
Inteso che il narcisista non è per me,chi si guarda allo specchio in continuazione,anche SE PUO BENISSIMO ESSER FATTO SENZA CHE CI DEBBANO ESSERE ALTRE QUESTIONI,una persona ESCLUSIVAMENTE INFANTILE.Nel suo procedere,è "problematico" per gli altri,perche' difende cocciutamente il proprio essere e le proprie scelte,è abbastanza suscettibile e tirannico,ma alla fine non fa altro che riproporre la frase di Tristan Tzara che chiude il manifesto Dada:"NOI CI TROVIAMO IMMENSAMENTE SIMPATICI"..Concepisco il narcisismo come un sano amore di se stessi,sana aggressivita',sano egotismo,sana capacita' di creare steccati,se c'è bisogno.Poi vi sono individui che abusano del piacere di se stessi,ma anche in questo non li ritengo patologici,almeno ci faranno vibrare un po di piu' del solito commendatorato."Precario" è al di fuori del recinto,perche'?Perchè è una vita strutturata anche da Sobbalzi,stare su un treno in ferrovie dissestate,poverta',percorsi non rettilinei,forti idiosincrasie,passioni irregolari-che pero' non SVIANO.La' dove in psichiatria esistono solo catalogazioni di casi-il libro nero dei pazienti,negli archivi ASL-gli psichiatri adattano,a tutti una sola forma apriori,ma non gli va a buon fine: come ho potuto sapere,la persona unica,sia pur arenata,sia pur monca,ne sguscia fuori,in mente se non nel corpo in cappi imposti dagli iter della cura,se ha un minimo di individualita'.La paura lo portera' ad affidarsi ad un maestro di vita,che,se a capo di certe strutture di cui ho gia parlato,non fara' altro che marchiarlo sulla fronte con un'etichetta e inviarlo negli ipogei delle fatidiche attivita' delle strutture,dove s'insegna solo il dovere cieco e una coralita' ormai inammissibile.E' pur vero che esistono buoni psicoterapeuti,persone che possono portare a un 'altra sponda,ma,so ed ho saputo per vulgate di pazienti,che vi sono in realta' clamorosi abusi farmacologici,internamenti facili,gente imprigionata per un mero scatto di nervi,in situazioni umane e luoghi degradati,da "sparate a vista" con una faccia e "poverino,vedrai ce la farai"con l'altra.La" provincialita'" di questi terapeuti
consiste nell'avvolgere in spire il paziente sino a reintegrarlo in modo soffocante nella famiglia.E poi,una buona etichetta.Noi non stiamo parlando del paziente come figura ideale,ma del terapeuta-soprattutto dell"operatore-come figura pericolosa per qualsiasi allegra s-definizione di tipi non omologabili.
Sarebbe pur giusto fondare un PARTITO NARCISISTA ITALIANO,per le "alte cariche "potremmo mettervi a capo Achille bonito Oliva,che ha illustrato in un suo testo anche una breve apologia del narcisismo.
Inverno-primavera2007
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